Il Caput Castri, nucleo del primo insediamento residenziale nella collina su cui sorge San Ginesio, perpetua il toponimo nella via Capocastello, la via principale della contrada Ascarana, che chiude il giro di mura a ovest con l’omonima Porta castellana. Contrada e Porta sono entrambe intitolate alla memoria dell’incastellamento dei figli del nobile Ascaro, avvenuto sul volgere del XII secolo, quando il castello si stava trasformando in comune.
Secondo la tradizione, questa era la contrada dove i nobili maggiori possedevano una casa, compresi i Varano e i loro sostenitori, il cui palazzo signorile si alzava sulla platea major, accanto alla chiesa maggiore.
Narrano le Genesiae Historiae del Severini (secolo XVI), sostenute dalla pergamena ancora presente nell’Archivio Storico Comunale di San Ginesio (ASCSG, 19/25, 1345 luglio 27) che nel 1345, a seguito di servigi resi e in riconoscimento della sua fedeltà, San Ginesio ottiene una Bolla rilasciata in Avignone da
papa Clemente II che decreta la sua libertà dal giogo che i Signori di Camerino tentavano d’imporre arbitrariamente sulla Terra che, nel dicembre 1305 aveva celebrato in pompa magna l’incastellamento di Berardo da Varano di Camerino (ASCSG, 10/47, 1305 ottobre 24) . I successori di Berardo però, col tempo,
erano diventati così arroganti da indurre molti nobili loro avversari a emigrare altrove.
Succede così che nell’agosto di quello stesso anno, 1345, alcuni nobili del Caput Castri, proprietari delle case probabilmente immerse all’ombra dei grandi olmi di cui ci parlano numerosi documenti dell’epoca, tentano di far entrare soldati armati in appoggio alla Signoria, profittando delle tenebre della notte e della
contiguità delle loro case con le mura esterne. Vengono però scoperti e uno di loro, reo confesso, finisce decapitato nella piazza maggiore a furor di popolo, mentre le belle dimore dei nobili congiurati del Caput Castri vengono abbattute e la terra che le copre, cosparsa di sale.
La municipalità sancisce che nessuno possa più costruirvi sopra. E affinché questa ordinanza non potesse più essere contravvenuta per mancanza d’informazione, stabilisce che la storia del tradimento venisse raccontata da un banditore ogni anno, il 25 agosto, in occasione della festa del Patrono, insieme ad annunci concernenti la fiera di san Ginesio.
Questa decisione del Magistrato ci ha permesso di godere ancora oggi l’ombra dei tigli del Colle Ascarano, il bellissimo giardino panoramico sorto sul terrapieno che sostiene il giro della cinta muraria di nord nella sua incurvatura verso ovest, da dove lo sguardo può spaziare lungo, dal profilo cangiante dei Monti Sibillini al Monte Conero svettante dal Mare Adriatico.