Il complesso monumentale di Sant’Agostino, precedentemente convento di Sant’Agostino, comprende un auditorium, allestito nella chiesa, e un convento utilizzato (fino al terremoto del 2016-2017) dall’Istituto di Istruzione Superiore A. Gentili.
Dove si trova
Auditorium Sant'Agostino
L’auditorium, in precedenza chiesa di Santa Maria Maddalena e poi dal 1516 chiesa di Sant’Agostino, venne costruito in stile romanico nel XIII secolo, precisamente nel 1230, e intitolato a Santa Maria Maddalena. I resti romanici della precedente chiesa sono tuttora visibili nell’angolo a destra della facciata. Il primo restauro della struttura avvenne nel XVI secolo, il secondo nel 1615, il terzo nel XVIII secolo, precisamente nel 1726, dove vennero commissionati numerosi lavori da padre Fulgenzio Rossi, e il quarto nel 1753, su progetto dell’architetto svizzero Carlo Antonio Sassi, che fece demolire la facciata romanica, costruita con un protiro e colonne sostenute da quattro leoni, per realizzarne una in stile barocco di tipo bavarese o austriaco. Nel 1799, a causa di un violento sisma che colpì la cittadina (Terremoto di Cessapalombo), la chiesa subì vari danni che portarono all’abbattimento del campanile. Con l’Unità d’Italia e la soppressione dell’ordine degli agostiniani, avvenuto con decreto del 3 gennaio del 1861, divennero di proprietà del Regno.
Lo sciame sismico del 2016 e 2017 colpì duramente la struttura, rimasta gravemente danneggiata fino al 2020, quando venne messa in sicurezza con impalcature e pannelli di legno truciolare e inaugurata con l’apertura della mostra “Hoc Opus – Ritorno alla Bellezza“, mostra temporanea dove sono esposti i quadri precedentemente in mostra presso la Pinacoteca antica del Comune, oggi inagibile.
Il convento
L’annesso convento del complesso, sede dell’IIS A. Gentili dal 1887 al 2016, venne costruito solamente nel 1295 con l’arrivo dei frati agostiniani. Lo stile architettonico di questa struttura segue quello dell’ex chiesa: il primo è quello romanico, poi modificato sempre in stile barocco e perfezionato nel XIX secolo. Ricostruito interamente dopo il 1615 su progetto dell’architetto Gerolamo Casini integrato con alcune osservazioni del Generale dell’Ordine, padre Nicola Giovannetti di Sant’Angelo in Pontano,. Con la nascita del Regno d’Italia Napoleonico, la struttura è stata utilizzata come Vice Prefettura. Al centro si trova il chiostro, circondato da un loggiato con 24 affreschi che rappresentano la vita di Sant’Agostino, con un pozzo d’acqua (Pozzo di San Nicola) accompagnato da una scritta latina che testimonia il potere taumaturgico di quell’acqua.
Decorazioni
L’auditorium, con pianta leggermente a croce latina, presenta delle mura perimetrali decorate con sei cappelle barocche, tre per lato. Nella cappella dedicata a Sant’Andrea, precisamente quella centrale posta a sinistra dell’ingresso, si trova il Quadro di Sant’Andrea, opera di Nicola d’Ulisse, commissionata dal Governo cittadino per rappresentare la storica battaglia locale, conosciuta come Battaglia della Fornarina. L’organo venne costruito dal padre agostiniano Mariano Mariani e restaurato da Giuseppe Attili nel 1726, l’altare in legno dipinto e rivolto rispetto alla platea (com’era solito costruirli prima del Concilio Vaticano II) e la cupola, edificata tra l’incrocio del transetto (crociera), ospita un volto di una figura angelica. Tutto l’interno è dipinto con semplice intonaco bianco.
Il convento non presenta particolari decorazioni, tranne nell’ex refettorio, che ospitava l’aula magna dell’Istituto, dove si possono trovare varie rappresentazioni di frati agostiniani famosi che sono passati per quella struttura, tra cui proprio San Nicola. Queste decorazioni si trovano sia sul soffitto della stanza, sia su alcune semi-cappelle al lati. Grazie all’ex sindaco Febo Allevi gli studenti che vivevano i corridoi della struttura prima del terremoto del 2016-2017 potevano ammirare una serie di reperti archeologici di età romana e medievale ritrovati nel territorio di San Ginesio. All’esterno, i 24 affreschi che rappresentano la vita del Santo Agostino, furono dipinti nel XVII secolo dal pittore Domenico Malpiedi.
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