Dando seguito al percorso avviato nel 2019 con la Summer School “Fucine della Memoria” nell’ambito del progetto denominato “Fucine della memoria: storia e storie dell’Italia Centro Adriatica tra M.Evo e Eta’ Moderna” il Comune di San Ginesio, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi Gentiliani, con l’Associazione G-Lab Laboratorio di Idee in collaborazione con il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Macerata intendeva promuovere una seconda edizione della Summer school (Bando Regione Marche 2020) con il fine di offrire a 15 giovani ricercatori l’opportunità di approfondire metodologie e percorsi di ricerca ‘sul campo’ attraverso incontri con specialisti che avrebbero dovuto illustrare e contestualizzare una selezione di documenti conservati presso l’Archivio storico comunale. Il progetto, che già lo scorso anno ha ottenuto favorevoli riscontri, intendeva riproporre la formula articolata in sessioni seminariali, dedicate ai partecipanti, e momenti di condivisione dei risultati dell’analisi dei documenti verso il più ampio pubblico.
Variazioni del progetto e necessità di digitalizzazione
A fronte delle recenti e tristemente note vicende pandemiche, tuttavia, si è ritenuto di dover rivedere parte del progetto, preferendo una via alternativa che consentisse comunque di perseguire i risultati scientifici attesi e, al tempo stesso, di consentire la fruibilità degli stessi in condizione di sicurezza per tutti i partecipanti.
Si è pertanto scelto di rimodulare “Fucine della Memoria” senza perderne il connotato di luogo di incontro tra gli spazi della formazione scientifica dei giovani ricercatori e la comunità sanginesina, custode degli oggetti della ricerca, trovando nella dimensione digitale la risposta migliore. Posti di fronte all’impossibilità di organizzare le sessioni seminariali, infatti, si è scelto di realizzare 7 brevi “documentari” capaci di coniugare questa duplice dimensione. I video permettono di offrire in modalità virtuale al pubblico dei giovani ricercatori i contenuti degli incontri seminariali e al contempo essi forniscono alla comunità sanginesina uno strumento di facile accesso per avvicinare, conoscere e comprendere il valore di memoria storica collettiva dei documenti dell’Archivio. Affidati ad un videomaker professionista, Giovanni Culmone, i video vedono la partecipazione di esperti dell’Università di Macerata che mostrano e commentano i documenti già selezionati in fase di ricerca presso l’Archivio storico comunale.
Ne consegue che si è resa indispensabile una campagna di digitalizzazione del materiale documentario che, per ovvi motivi di opportunità e praticità, non poteva limitarsi ai singoli documenti, ma, come emerso in fase di analisi, doveva estendersi a una più ampia porzione del prezioso fondo pergamenaceo all’interno del quale si trovano i documenti che sono oggetto delle video lezioni.
L’intervento di digitalizzazione (con metadatazione) è stato effettuato dall’azienda Gallo Pomi Servizi, specializzata nel settore della riproduzione digitale di documenti storici, con il ricorso a personale specializzato e qualificato nel trattamento digitale della documentazione medievale. L’attività si è svolta presso il laboratorio aziendale di Urbisaglia (MC) con trasferimento della documentazione e assicurazione “da chiodo a chiodo” a tutela della suddetta. L’intero iter di digitalizzazione è stato reso possibile e grazie all’attività dall’incaricata referente storica del Comune di San Ginesio dott.ssa Pepe Ragoni Presidente onorario del Centro Internazionale Studi Gentiliani – CISG (come da nota riportata in calce)
I prodotti della digitalizzazione, nel rispetto dei parametri definiti in materia di tutela del patrimonio archivistico, saranno custoditi dal Comune esclusivo titolare del bene e del suo utilizzo Si è altresì provveduto a comunicare alla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica delle Marche la conclusione dell’attività di digitalizzazione e la disponibilità al necessario collaudo conclusivo dei prodotti. A causa di ulteriori complicazioni dovute alla pandemia in corso non si è ancora potuti procedere a tale collaudo.
Nota della referente del Comune dott.ssa Pepe Ragoni
Ai fini del completamento del progetto in questione di propedeutica importanza è stato il rilievo sull’esistente del Fondo pergamenaceo dell’Archivio Storico Comunale di San Ginesio.
Tale attività è stata condotta in tre diverse impegnative fasi che sono iniziate ad agosto, con consegna il 5 ottobre del primo lotto di 465 unità al Servizio Gallo Pomi Servizi con sede legale a Roma, seguito dalla consegna del secondo lotto di 402 unità, consegnato il 19 dello stesso mese, dopo verifica del reso precedente e completata con il metodo precedente dalla consegna del terzo lotto di 505 unità, rientrato in sede e verificato il 18 dicembre 2020. Ogni consegna era accompagnata da schede realizzate ad hoc per ciascun fascicolo, dove tra l’altro, veniva evidenziata datazione, breve descrizione del testo e collocazione reale di ogni unità e rispetta quella descritta dall’Elenco esistente, di cui qui di seguito.
Il rilevamento ha portato ad analizzare, capsa per capsa i XXII fascicoli in esse contenuti, confrontando via via ogni unità pergamenacea con l’Elenco steso circa quaranta anni fa dallo storico, scrittore e allora funzionario della Sovrintendenza Archivistica delle Marche, Bandino Giacomo Zenobi.
Lavoro eccellente, quello operato dallo Zenobi, ma con i limiti rappresentati dal tempo trascorso da allora che avrebbe potuto comportare -come si è verificato- mutamenti, e nella disposizione fisica delle pergamene, e nella consistenza totale del patrimonio.
Altro limite dell’Elenco di cui sopra, il fatto che il Sopraintendente aveva probabilmente proceduto prendendo appunti sul posto e poi redigendo l’Elenco in altra sede, senza avere l’opportunità di una successiva residenza in loco che gli permettesse di modificare, magari a matita, i riferimenti, a volte date, altre volte descrizioni, che il tempo e le varie manipolazioni avevano lasciate sul dorso delle pergamene.
La discrasia tra le datazioni del Sovrintendente e quelle residuali sui documenti aveva portato a reputare come mancanti documenti che invece erano presenti altrove e/o con altre notazioni.
In aggiunta a questa prima difficoltà d’approccio, ma c’era l’altra della disposizione del materiale nelle capse: il sovrintendente aveva elencato il bene in ordine cronologico, lasciando lo stesso disposto in ordine sparso tra i vari fascicoli, fatto che per anni, in mancanza di altra documentazione delle stesse se non l’accesso manuale, aveva costretto l’operatore ad aprire un numero esagerato di contenitori per esaudire una sola, seppur limitata richiesta dell’utenza.
Per riassumere, avendo deciso di “digitalizzare e metadatare” l’intero patrimonio, si imponeva di processarlo tutto, documento per documento, onde rendere possibile il lavoro del Servizio all’uopo incaricato, ricreando in quasi tutti i casi, per diverse ragioni dubbi, la corretta corrispondenza tra lo storico rilievo di Zenobi e lo stato di cose odierno delle unità del Fondo.
Che l’Archivio di San Ginesio, nella fattispecie il suo Fondo pergamenaceo, relativo ai secoli XIII, XIV, XV, XVI, XVIII, XVIII, meritasse tanta attenzione e tanto lavoro lo dimostra in primo luogo la sua consistenza, testata anche dal Servizio Gallo-Pomi in n. 1372 unità archivistiche, per un totale di n. 3.467 pezzi (p.e. si sono trovati rotoli formati da anche 12 pergamene cucite insieme, e documenti fascicolati formati da 27 pergamene di varia grandezza). In secondo luogo, una visitazione tanto capillare quanto letta alla luce della storia sanginesina conosciuta, aiuta ad approfondirne aspetti sconosciuti, e stimola a linee di ricerca davvero affascinanti. Di alcune di queste nuove aperture di conoscenza hanno dato prova le lezioni tenute dai Docenti universitari, in presenza nel primo ciclo, e online, causa pandemia, nel secondo ciclo.
Scopri i video realizzati nel progetto!
Foto e video di Giovanni Culmone